Casa NN

Albino, Bergamo
Fotografie: Francesco Craca

Questo piccolo intervento rappresenta un esperimento progettuale che indaga la possibilità di assegnare una identità architettonica ad uno spazio già concluso e sostanzialmente anonimo.

Come incidere su uno spazio compiuto senza affidarsi necessariamente all’ornamento?

Come evitare il decorativismo fine a se stesso?

Il margine tra stato iniziale e stato finale che scaturisce dal programma di progetto è così assottigliato da essere inizialmente quasi impercettibile.

All’interno dell’appartamento, si sono infatti conclusi i lavori previsti da un progetto precedente: la distribuzione degli spazi è completata, la pareti non sono ancora tinteggiate, il pavimento della zona giorno non è stato rinnovato e non si può modificare, i corpi illuminanti sono già stati acquistati, la cucina è in produzione; mancano le porte, alcuni arredi, e un camino.

L’incarico riguarda quindi il completamento dei lavori, ma soprattutto, richiede di conferire una identità architettonica allo spazio, aspetto che i lavori sin qui eseguiti non sono riusciti a realizzare.

Il corridoio distributivo è estremamente largo, ma non sufficientemente da potersi trasformare in spazio abitato; la sua superficie, poco sfruttata, risulta sproporzionata rispetto alla superficie complessiva dell’appartamento e dei suoi spazi.

Il pavimento esistente è in piastrelle di ceramica lucida color beige con micro-pigmenti color mattone. È estremamente freddo e la sua colorazione non consente accostamenti a legni chiari e luminosi.

Il progetto è impostato sulla rilettura degli aspetti più problematici della configurazione attuale trasformando lo spazio-corridoio nello spazio maggiormente identitario ed espressivo dell’appartamento, e costruendo una palette di materiali e finiture ben relazionate con il pavimento esistente così da integrarlo coerentemente nella nuova immagine dell’appartamento.

Lungo il lato destro del corridoio è inserito un elemento contenitore all’interno del quale è ricavato il passaggio alla cucina. Questo elemento occupa uno spazio di fatto disponibile e riduce la necessità di arredi all’interno degli altri ambienti. Il suo disegno descrive un andamento irregolare che ne attenua il carattere di semplice arredo e configura una nuova e più dinamica sagoma dello spazio.

Sul lato opposto la necessità di realizzare le porte ancora mancanti è un’opportunità per definire a caratterizzare tutta la parete continua su cui sono previste e impostate.

L’idea consiste nella trasformazione di questa parete (la più estesa dell’appartamento) in una boiserie al cui interno ricavare le porte.

A differenza di una configurazione classica in cui le porte sono elementi accessori inseriti nella parete, viene realizzato un elemento unitario in cui non appaiono distinzioni tra parti fisse e parti apribili, tra architettura e accessorio, in cui tutto è ricondotto ad una logica architettonica integrata.

In risposta alla necessità di una nuova identità architettonica, molta attenzione è rivolta alla scelta dei materiali nella consapevolezza che l’esito della nuova configurazione è imprescindibile dalla capacità di relazionarsi con le caratteristiche degli elementi esistenti che non possono essere modificati.

La dimensione ridotta dell’appartamento suggerisce l’introduzione di un numero limitato di materiali nuovi. Questa valutazione si spinge sino al punto di ridurre la selezione ad un unico materiale, affidando a sottili variazioni di finitura e colorazione la capacità di arricchire lo spazio e ottenere una configurazione più caratterizzata e calda.

La presenza dei nuovi elementi trasforma questo spazio accessorio nel cuore espressivo e funzionale dell’appartamento.